Gerusalemme est: nuove costruzioni

Gli Stati Uniti hanno informato oggi l’Autorità palestinese (Anp) che non sono riusciti a ottenere l’assenso di Israele a una nuova moratoria degli insediamenti nei territori occupati: lo afferma una fonte governativa palestinese a Ramallah citata dall’agenzia di stampa Maan.

Intanto la Commissione per l’edilizia e la progettazione urbana del municipio di Gerusalemme ha annunciato ieri di aver approvato la costruzione di 625 nuovi alloggi nella colonia di Pisgat Zeev a Gerusalemme est. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz nel suo sito on line, aggiungendo che la decisione giunge nonostante la vasta opposizione a livello internazionale alle attività edilizie israeliane nella parte orientale della città, che i palestinesi vogliono sia la capitale del loro futuro Stato. Il 29 novembre 2010 la stessa Commissione aveva autorizzato la costruzione di altri 130 alloggi a Gerusalemme est nella colonia di Gilo.
La moratoria negli insediamenti è una condizione posta dall’Anp per tornare al tavolo dei negoziati diretti con Israele.

 Il 1 dicembre 2010 il presidente palestinese, Abu Mazen, aveva detto di essere in attesa di un messaggio americano sulla questione degli insediamenti. Se gli Stati Uniti non riusciranno a ottenere da Israele una nuova moratoria, aveva aggiunto Abu Mazen, ”dovremo allora annunciare che questa opzione è fallita e che perciò dovremo considerarne altre”. Lo scorso 8 ottobre 2010, in una riunione della Lega Araba, Abu Mazen aveva ipotizzato, tra le opzioni possibili, un appello all’Onu perché riconosca uno Stato palestinese.

 Nel frattempo Ismail Haniya, primo ministro di Hamas a Gaza ed esponente dell’ala “pragmatica” ha detto che Hamas potrebbe accettare un accordo di pace con Israele se fosse approvato da un referendum. Finora il gruppo palestinese estremista che detiene il potere a Gaza ha sempre rifiutato di riconoscere sia la legittimità di Israele che quella del presidente dell’Anp, Abu Mazen, a negoziare la pace con gli israeliani. Hamas “rispetterà il risultato di un referendum anche se in conflitto con le nostre posizioni”, ha detto Haniya. (AsiaNews)

Quinews

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