Islanda sull’orlo del baratro

Il primo ministro islandese Geir Haarde aspetta la risposta alle richieste fatte dalla Banca centrale di Islanda alla Banca centrale europea ed alla Federal reserve per un prestito che aiuti il Paese ad evitare il collasso finanziario.
L’Islanda ha concordato con il Fondo monetario internazionale un prestito di 2,1 miliardi di dollari, ma, da stime del governo, ne occorrono almeno altri 4 di miliardi di dollari e quindi oltre al prestito che sta negoziando con la Russia, ha chiesto aiuto alla BCE ed alla Fed.
L’Islanda con un settore finanziario molto attivo, nell’ultimo mese ha dovuto nazionalizzare le grandi banche e difendere strenuamente la moneta nazionale, l’ultima misura adottata è quella di portare il suo tasso d’interesse di riferimento al 18%, misura fissata come condizione dal FMI assieme all’altra condizione dettata dal FMI di stabilizzare la corona, che dall’inizio dell’anno ha perso circa il 40% del suo valore.
Adesso è da capire se nello stabilizzare la moneta l’Islanda sarà veramente aiutata dei grandi Istituti internazionali, oppure rischia solamente un maggiore debito, impoverimento del valore della moneta sotto gli attacchi speculativi che successivamente saranno pronti ad accorrere in aiuto all’economia nazionale acquistando a prezzi “scontati” le risorse energetiche del Paese costretto a svenderle per onorare i prestiti.

Vittoria Pirro

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