Romani, Rai Tre e l’editto ‘bulgaro’
Dopo quello bulgaro, siamo all’editto di Cagliari? Lo scorso giovedì, Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, nel capoluogo sardo, a margine del convegno dedicato al lancio delle iniziative per lo ‘switch-off’ in Sardegna dall’analogico al digitale terrestre, si è lamentato del fatto che sulla terza rete Rai vanno in onda “programmi di pura militanza ideologica”. Una cosa, secondo il sottosegretario, “inaccettabile”.
Paolo Romani ha sottolineato che la riforma della Rai, a cui sta pensando e che auspica possa presto approdare a risultati “con una soluzione condivisa”, mira a determinare “un allentamento della pressione dei partiti politici” dal servizio pubblico. Alla richiesta di indicare a quale programmi della rete diretta da Paolo Ruffini si riferisse, il sottosegretario ha preferito non rispondere: “Non faccio nomi”. Il riferimento sembra però riguardi la puntata di domenica 7 settembre di ‘Blu notte’, il programma di Carlo Lucarelli, che quella sera era incentrato su Antonio Di Pietro e sull’attività di questi dapprima da magistrato e ora da leader dell’Idv.
“Quello di Romani è un piccolissimo editto bulgaro” ha affermato Sandro Curzi, consigliere d’amministrazione Rai, a commento delle affermazioni del sottosegretario.
“Ci sarebbe – ha aggiunto Curzi – da seppellirli tutti con una grande risata. Dicono tutti che la politica deve fare dei passi indietro, poi gli stessi politici intervengono addirittura nel merito delle trasmissioni”.
Duro il commento di Vincenzo Vita, senatore e componente Pd della Commissione di Vigilanza Rai: “Sgradevolissimo. Provo sorpresa e sdegno per l’attacco davvero insensato e grave, da parte di un rappresentante del governo, ad uno dei programmi più brillanti della Rai”.
“Il governo continua a tentare in ogni modo di imbavagliare l’informazione. Quella tv seria, intelligente, coraggiosa, che racconta fatti basandosi sulla certezza delle fonti, rischia di essere spazzata via perché scomoda al potere. Tutto ciò ci fa temere seriamente di essere in pieno regime dittatoriale”. E’ l’allarme di Antonio Borghesi del partito di Di Pietro.
“Un attacco preoccupante, in un paese stravolto nelle regole da un irrisolto conflitto di interessi, perché dimostra che l’unica riforma che la Rai ha in mente e’ quella che punta ad aumentare il potere del prossimo direttore generale amico e a contrastare ogni diversità”. E’ il parere dell’associazione Articolo21
La pensa come Paolo Romani, invece, il deputato e consigliere comunale di An, Enzo Raisi, gia’ membro della Commissione Mitrokin e della Commissione Crimini Nazifascisti. “Concordo pienamente con quanto affermato dal sottosegretario – dice Raisi – Il programma di Carlo Lucarelli è chiaramente fazioso, privo di equilibrio e mistificatore di ogni verità. Personalmente – prosegue Raisi – ho avuto due volte occasione di constatare ciò. La prima in occasione di una puntata dedicata al cosiddetto ‘Armadio della vergogna’ e alla Commissione Crimini Nazifascisti in cui il signor Lucarelli ‘con grande senso di equilibrio’ diede voce solo ad esponenti di sinistra, ignorando la mia persona che pure fu il relatore del documento finale approvato da quella Commissione Bicamerale”.