Bonus furbizia

L’aumento del Bonus elettrico decretato dal Ministero dello Sviluppo e rideterminato dall’Autorità per l’energia è l’emblema della furbizia tutta italiana manipolatrice delle condizioni economiche delle famiglie.
Parliamo di quanto è stato deciso con il DM del 29 dicembre 2016 che innalza dal 20% al 30% lo sconto in bolletta per le famiglie aventi diritto all’agevolazione chiamata Bonus elettrico, unico ammortizzatore economico previsto del Governo.
Nel decidere tale aumento percentuale è stata modificata l’applicazione, da spesa netta a spesa lorda, quindi mentre il precedente importo del Bonus era al netto delle imposte e riduceva la spesa in bolletta prima dell’Iva, con la nuova disposizione al lordo delle imposte, lo sconto viene ridimensionato; a tali disposizioni, subito, opportunamente, è stata data tempestiva attuazione dall’Autorità per l’energia con la determinazione 01/2017 del 12 gennaio 2017, di seguito il risultato che tutto ciò ha per una famiglia.
Nell’analisi non possiamo dimenticare l’effetto economicamente negativo per le famiglie della riforma in atto con la delibera 582/2015/R/EEL dell’Autorità per l’energia che sta eliminando per tutte le famiglie le differenziazioni dei prezzi per scaglioni di consumo per i costi per il trasporto dell’energia e gli oneri di sistema che rappresentano circa il 40% della bolletta.
Per semplificare una famiglia residente per un’utenza di energia elettrica e un consumo annuale di 1800kWh prima dell’inizio della riforma pagava per oneri di sistema, quote fisse e quote potenza, per servizi di rete un totale di €139, dal 1° gennaio 2017 tale cifra è rideterminata in €182 con un aumento al lordo dell’imposte di €47,50; non possiamo pensare che sia il MISE che l’Autorità per l’energia, artefici della riforma, non ne tengano conto nelle loro decisioni.

Ebbene analizzando i nuovi importi del Bonus elettrico possiamo dire che per un nucleo familiare di due componenti l’aumento del Bonus da €80 al netto dell’imposte a €112 al lordo delle imposte, tenuto conto dell’aggravio economico di €47,50 della riforma genera un danno che oseremmo chiamare beffa di €23,50; in sintesi la stessa famiglia nonostante l’aumento del Bonus nel 2017 paga di più.
Analizziamo l’impatto per una famiglia di 3 o 4 componenti che ottiene un aumento del Bonus da €93,00 a e €137 non dimenticando che il primo importo era al netto dell’imposte mentre il secondo importo è al lordo delle imposte, ebbene scopriamo che il danno “beffa” si ridimensiona a €12,75; ma sempre in negativo.
A questo punto ci chiediamo se l’ammortizzatore economico è pensato per famiglie numerose, ma amaramente possiamo dire che un nucleo familiare con più di 4 figli, residente, per un’utenza di energia elettrica con un consumo annuale di 1800kWh vede il suo Bonus di €153 al netto dell’imposte lievitare a €165 al lordo delle imposte, dove intuitivamente con un Iva al 10% risulta già in negativo ancora prima di considerare l’aggravio della riforma degli oneri di sistema, e quindi il danno “beffa” risultante per queste famiglie supera €50.
L’auspicio di questa analisi è che vengano decise ed attuate delle vere compensazioni della spesa sostenuta dalle famiglie economicamente svantaggiate, a loro sostegno non può bastare, il seppur meritevole, innalzamento dell’ISEE da €7.500, decretato nel 2007, dopo 10 anni, a €8.107,50.
Purtroppo non è finita, in quanto il Bonus gas nella tabella n°8 allegato della delibera 814/2016/R/com dell’Autorità per l’energia del 29 dicembre 2016 ha subito “limature” degli importi in negativo, se tali importi non rideterminati verranno applicati al lordo delle imposte, allora sì, di tutto potremmo parlare, ma certamente, non di sconto o di aiuto alle famiglie.

leggi:

Bonus elettrico, aumenta lo sconto

“BONUS ELETTRICO” ANARCHIA ISTITUZIONALE

Quanto costa un metro cubo di metano?

Carmelo Sorbera

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