Robot italiani sul New York Times

Il New York Times ha pubblicato un lungo articolo sui progetti Octopus e PoseiDrone i robot flessibili dell’Istituto di BioRobotica in prima fila nella cosiddetta ”ricerca bioispirata”, che osserva la natura per coglierne i principi fondamentali e trasformali in nuove tecnologie. Il “polpo robot” nato a Livorno, al Centro di ricerca sulle tecnologie per il mare e la robotica marina dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ospitato allo “Scoglio della Regina”. La reporter Katherine Harmon Courage ha scritto un lungo articolo pubblicato sull’edizione del 29 luglio del quotidiano statunitense, intitolato “A tentacled, flèxible breakthrough – An octopuslike machine stretches the limits of robots”.

Il progetto Octopus, che è stato finanziato dall’Unione Europea ed è stato coordinato da Cecilia Laschi, Direttore Vicario dell’Istituto di BioRobotica  mira a riprodurre la destrezza e l’intelligenza dell’Octopus Vulgaris, il polpo appunto, in una nuova tipologia di robot marini dal “corpo” totalmente morbido per complicate applicazioni marine in tema di pulizia, esplorazione, monitoraggio delle acque e perfino in operazioni di soccorso.

PoseiDrone è fatto per la maggior parte di gomma: questa caratteristica, insieme alla flessibilità, gli permette di sopportare urti violenti senza danni o ammaccature. PoseiDrone può essere considerato il ‘fratello maggiore’ di Octopus, il primo robot-polpo che ha fatto da apripista alla nuova generazione dei robot flessibili, la nuova frontiera della robotica che la Scuola Superiore Sant’Anna ha contribuito a far sviluppare e che oggi trova un nuovo riconoscimento, dopo le numerose pubblicazioni scientifiche, anche da parte del New York Times.

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