“Scilipoti” testo integrale della dichiarazione di voto

L’Onorevole Domenico Scilipoti nella seduta di martedì 14 dicembre 2010 ha espresso in aula la propria dichiarazione di voto chiedendo l’autorizzazione alla Presidenza della pubblicazione integrale al resoconto della seduta.

«Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi noi del Movimento
di responsabilità nazionale con il nostro voto vogliamo presentare e consegnare
alla storia una scelta dolorosa e traumatica, ma rivoluzionaria, giusta e
significativa, che va oltre il limite della comprensione da parte di alcuni cittadini
italiani e di parlamentari presenti in Aula: il Paese, la patria e il popolo prima di
qualsiasi interesse di gruppo o di partito (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo
della Libertà, Lega Nord Padania e Misto- Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di
Italia Domani). Per ragioni di tempo, signor Presidente, chiedo che la Presidenza
autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo
integrale della mia dichiarazione di voto
», quindi, di seguito, per meglio comprendere la posizione di uno dei protagonisti dell’esito del voto parlamentare in una giornata “storica” pubblichiamo il testo completo della dichiarazione di voto dell’Onorevole Domenico Scilipoti tale da fornire ai posteri un documento nella formulazione di un giudizio storico del Governo Berlusconi:
« Esistono forme di coraggio e una di queste consiste nel saper dire la verità quando gli uomini
non l’ascoltano »:
È la frase pronunciata da Saragat, a Palazzo Barberini, quando, per non portare
l’Italia verso il baratro, fece la scissione dolorosa ma necessaria all’interno
del partito socialista per liberare i socialisti e il popolo italiano dalle utopie del
comunismo, salvando la democrazia e il futuro degli italiani dal disastro.
La nostra scelta di oggi è molto sofferta ma necessaria, anche se siamo coscienti di
esporci al rischio di compromettere il nostro futuro di deputati.
Una breve considerazione personale desidero fare sul gruppo Italia dei Valori,
partito in cui ho militato per molti anni.
Il partito Italia dei Valori è stato ed è un contenitore trasversale di idee, che però
negli ultimi tempi, disattendendo le attese di quanti hanno creduto e sperato in una
politica costruttiva ed allargata a tutti i settori della vita politica, si sta spostando
sempre più verso una sinistra oltranzista ed anche oltre, mentre io sono e mi
riconosco appieno negli ideali cristiani di area moderata. Ho sempre affermato che,
quando gli interessi del partito contrastano con gli interessi dei cittadini e del
popolo, è nobile avere il coraggio di abbandonare il partito e schierarsi dalla
parte della gente. Se oggi io non attuassi quanto ripetuto più volte nelle mie conferenze
non sarei più credibile. Chiusa la considerazione sul partito Italia dei Valori.
La mancanza di un’area moderata socialdemocratica cristiana forte all’interno
del Parlamento ci porta oggi ad assumere decisioni sofferte, ma di grande responsabilità.
La diaspora interna alla maggioranza, l’instabilità politica, conseguenza di continui
fuochi incrociati, mirati a demolire le scelte dell’esecutivo, ha condotto l’Italia
verso una pericolosa deriva che porta inesorabilmente ad un futuro di gravissime
incertezze con, per meta finale, la disfatta dell’economia e la consegna del
Paese e delle sorti dei cittadini nelle mani di un sistema bancario sempre più vorace
e speculativo.
Per salvare la democrazia, per non trasformare una pur seria malattia (economica)
in una epidemia mortale, per iniziare a risollevare le sorti dell’economia,
per dare sicurezza al popolo, scegliamo, in questo momento, di preferire il male minore,
e cioè la possibilità di garantire il sostegno ad un Governo responsabile che
assicuri certezza e continuità di azione, che crei un clima positivo e riporti serenità
alla nazione.
Siamo chiaramente favorevoli al testamento biologico: sì alla legge, con regole
certe, e cioè che si assista il malato e che non vengano legittimate o garantite forme
camuffate di eutanasia.
Sulla libertà di cura, ribadiamo concetti fermi: garantire che la cura non
nuoccia, che ci sia un consenso informato e che si possa avere una informazione
completa su ogni possibilità di terapia e di cura anche con trattamenti non convenzionali.
Siamo favorevoli all’accoglienza di immigrati e profughi, ma chiediamo controlli
seri e accurati per la sicurezza nazionale.
Vogliamo che la legge elettorale, con il totale coinvolgimento e condivisione del
Parlamento, sia modificata al più presto, garantendo ad ogni cittadino italiano libertà
di voto e di scelta del proprio rappresentante.
Per agire con responsabilità, quando si vuole far cadere un Governo in momenti
critici come quelli in cui si trovano l’Italia e l’economia mondiale, si impone la necessità
di poter fare affidamento sull’alternativa di un Governo che sia espresso
sempre dal popolo e non attraverso un ribaltone che, come dimostra l’evidenza, si
tradurrebbe in atto di grande scorrettezza verso il corpo elettorale che ha legittimato
la maggioranza, che è stata quindi qualificata per esprimere, all’interno di regole
prestabilite, un Governo a guida del Paese.
Nel vedere solo ragioni soggettive, il nostro sforzo tenta di evitare una crisi al
buio, nella evidenza dell’approntarsi del cosiddetto ribaltone, che in realtà tradisce
e annulla il consenso elettorale della maggioranza
degli elettori e di tutto il popolo italiano per trasformarlo in un Governo
che farebbe tutto tranne che governare.
Se poi un centrosinistra affidabile vuole andare al Governo, deve costruire un percorso
che dimostri di possedere argomenti politici che coinvolgano e convincano gli
italiani ad esprimere una maggioranza vincente, in caso di elezioni. Per questo, le
maggioranze di ogni regione del nostro Paese, dalla Lombardia alla Sicilia, devono
essere legittimate da elezioni e non da compromessi inspiegabili agli elettori. In
questo momento esiste, a mio giudizio, un’area di centrosinistra confusa, che lavora
attualmente male.
Così pure le alternative, che devono essere create attraverso il consenso popolare,
perché, o si parla il linguaggio del popolo, o si assiste al coinvolgente crollo
di istituzioni e comunità statale.
E il linguaggio del popolo, oggi, è il desiderio di vedersi assicurare stabilità,
certezze, sicurezza, futuro sociale, lavoro ai giovani e meno giovani, potere d’acquisto,
nuovo benessere: tutto questo in nome dei cittadini e nell’interesse dell’intero popolo italiano.
E quale benessere può apportare il caricare sulle spalle di un popolo, già gravato da difficilissime situazioni economiche, la spesa di 800 milioni di euro, necessari a finanziare una nuova inutile
campagna elettorale dai risultati già scontati fin da questo momento, più i nuovi
rimborsi ai partiti i cui protagonisti sono sempre gli stessi e con i medesimi argomenti
? Si vuole cambiare tutto per non cambiare niente, come pensava il principe di Salina, 
nel romanzo Il gattopardo ?
Si vuole decretare la fine politica di questo Governo e di tutta un’era ? Ma non c’è il nuovo che avanza.

questa soluzione presenta anche un secondo risvolto: la
contemporanea fine politica di esponenti di partiti, protagonisti ed artefici di un’era
superata che vede la loro compresenza, in un modo o nell’altro, con l’attuale Presidente
del Consiglio dei ministri, e che li acclara portatori, ma anche mittenti, di un
modo di fare politica, di programmi, di strategie e di soluzioni che hanno portato
il Paese nelle condizioni in cui si trova. È dunque l’ora di voltare pagina. Ma
anche di lasciare fuori, all’alba di una nuova era, questi volti che, dopo decenni,
ad ogni elezione, si ripresentano, puntuali, per proporre di nuovo democrazia e sociale,
sempre pronti a fare un passo avanti, e mai indietro. È questo un momento in cui noi parlamentari
italiani dobbiamo votare nell’interesse della nazione e nell’interesse della Repubblica e della terra che noi rappresentiamo.
La nostra lotta è la lotta per la rinascita del nostro Paese, il suo rinnovamento politico, economico e sociale.
È nostro desiderio che si realizzi una autentica unità politica e morale di tutta
la nazione. E chi è stato artefice del proprio male non potrà essere la cura.
Ma non può esistere giustizia sociale ed economica senza libertà politica, di questo
era convinto Giuseppe Saragat. E anch’io.
La nostra forza e il nostro coraggio devono permetterci di affermare che poter
scegliere è un diritto di ciascun eletto, perché essere parlamentari della Repubblica
(e non di un partito), come prevedono gli articoli 67 e 68, comma 1, della
Carta costituzionale, impegna il deputato a esprimersi, nell’esercizio delle sue funzioni,
secondo la caratterizzante logica del bene del Paese. La politica non deve
parlare alla pancia del Paese, ma alla testa. Deve svolgere il difficile compito di
essere al servizio dei cittadini, al di sopra di ogni interesse di parte.
Il Parlamento è, e resta, il cervello pensante di una istituzione, lo Stato, il cui
cuore batte unicamente per fare gli interessi di tutti gli italiani e noi tutti abbiamo
l’obbligo di lavorare per unire concretamente, per risvegliare le grandi doti, per
indirizzare le energie e le immense potenzialità del Paese.
In un giorno così difficile, che resterà sicuramente nella storia della Repubblica
italiana, crediamo e siamo certi di dare il nostro contributo per far rinascere, anche
all’interno del Parlamento, un’area moderata cristiana di responsabilità nazionale,
che oggi potrà non essere capita, come accadde nel 1947, quando la scelta di
Saragat non fu immediatamente recepita, ma che già allora si è rivelata utile,

ed epocale, per il Paese, e per questo necessita di essere pienamente riproposta.
Il nostro intendimento era ed è di costruire qualcosa per il Paese e non di
sfasciare, motivo per il quale ci assumiamo il grande atto di responsabilità
senza orgoglio vanitoso. Siamo amministratori temporanei, ma seriamente consapevoli,
di questa nostra Patria che amiamo: l’Italia
.

Quinews

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