Dell’Utri nessuna attenuante generica


I giudici della Corte d’Appello di Palermo, oggi, hanno depositato le motivazioni della sentenza, con la quale il Senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri era stato condannato il 29 giugno scorso a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

 “Marcello Dell’Utri ha svolto, ricorrendo all’amico Gaetano Cinà e alle sue autorevoli conoscenze e parentele, un’attività di mediazione quale canale di collegamento tra l’associazione mafiosa Cosa Nostra, in persona del suo più influente esponente dell’epoca Stefano Bontate, e Silvio Berlusconi, così apportando un consapevole rilevante contributo al rafforzamento del sodalizio criminoso al quale ha procurato una cospicua fonte di guadagno illecito, rappresentata da una delle più affermate realtà imprenditoriali di quel periodo”
“Il Tribunale ha ritenuto che Vittorio Mangano di fatto aveva svolto un ruolo di “garanzia” e “protezione” tanto che, secondo quanto riferito da Dell’Utri e da Confalonieri, solo dopo il suo allontanamento da Arcore Silvio Berlusconi si sarebbe munito di un apposito servizio di sicurezza per i suoi familiari con guardie private”.
“Per Dell’Utri nessuna attenuante generica in ragione soprattutto all’estrema gravità della condotta criminosa addebitata concretatasi nell’avere apportato un contributo sistematico protrattosi nel tempo per circa due decenni all’associazione mafiosa Cosa Nostra, tra le più pericolose e ramificate organizzazioni criminali operanti nel nostro paese”.

Quinews

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