Napolitano sui migranti, poche parole

L’idea che un Capo dello Stato rappresenti l’intera nazione e quindi sia oltre la contingenza del Governo e della maggioranza parlamentare del momento evidentemente è, oggi, del tutto astorica. Le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in occasione della Giornata mondiale delle migrazioni sul tema “I migranti e rifugiati minorenni”, promossa dalla Fondazione Migrantes, ha inviato al Direttore generale, mons. Giancarlo Perego sono encomiabili e condivisibili in tutto, ma poche sull’attualità delle tragedie dei migranti, quando in settimana, con le immagini pubblicate da “l’espresso” si è vista quale fine aspetta tanti di coloro che fuggono da realtà di fame e di guerra “grazie” soprattutto agli accordi sui respingimenti tra Italia e Libia.


Il comunicato del Quirinale: “Vorrei tornare ad esprimere tutto il mio apprezzamento per quanto la Chiesa cattolica fa in favore dei migranti. Per quanto fa con parole, con opere di assistenza e accoglienza in Italia e all’estero. E ancora una volta vorrei sottolineare l’importante contributo per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dei migranti che viene dato dal volontariato italiano. Il problema su cui si vuole opportunamente richiamare l’attenzione per il 2010 è quello dei minori, in particolare di coloro che sono rifugiati o non accompagnati. Questi ultimi sono esposti in condizioni di estrema fragilità ai rischi più gravi. Sui loro problemi è stato offerto un preciso punto di riferimento dalla risoluzione della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza approvata all’unanimità. E’ importante che i minori siano sottratti non solo al rischio di cadere vittime di organizzazioni criminali, ma di vivere in contesti degradati dove la legge non vale. Un rischio che non riguarda solo i minori. Abbiamo assistito purtroppo alle tragedie che travolgono migranti e cittadini quando un territorio è sottratto alla legge: la pur benefica azione dei volenterosi non basta. Mi auguro perciò che, come hanno fatto con coraggio finora, i corpi dello Stato e le organizzazioni religiose continuino a lavorare fianco a fianco per il rispetto e il ripristino della legalità. Mi auguro anche che allo straniero non sia solo giustamente imposto, ma sia anche reso possibile l’essere e il mantenersi in regola con le leggi italiane.

http://www.quinews.it/2010/01/15/complici/

Anna Palmisano

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