Ddl “Sicurezza” e diritti umani

Prevedere la natura penale dell’ingresso e della residenza irregolare in Italia rende obbligatoria la denuncia del migrante che si trovi in tale situazione da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che ne venga a conoscenza.
Amnesty International manifesta le sue preoccupazioni e sottolinea che i migranti, per timore di essere denunciati con conseguenze di rilievo penale, saranno indotti a sottrarsi al contatto con tutti gli uffici pubblici, in qualunque ambito, piombando così in un’allarmante situazione di mancato accesso ai servizi e di compromissione dei loro diritti umani.
Questo stato di cose potrà colpire i migranti irregolari e i loro familiari – siano essi migranti regolari o irregolari, o cittadini italiani – in diversi campi, tra cui l’accesso alle cure mediche e all’istruzione, la possibilità di registrare i bambini e le bambine alla nascita, di contrarre matrimonio, di denunciare alla polizia i reati subiti.
A queste norme si affiancano quelle che prolungano sino a sei mesi i tempi massimi di detenzione dei migranti nei Centri di identificazione ed espulsione, le quali confermano l’utilizzo della detenzione dei migranti come unica risposta e non come ultima risorsa, senza alcuna previsione di misure alternative, come invece richiesto dagli standard internazionali sui diritti umani.

Quinews

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