BRIC: Brasile, Russia, India e Cina insieme contro la crisi alimentare

Assieme sono più di 2 miliardi e seicentocinquanta milioni di abitanti della terra, circa il 40% della popolazione mondiale, da questi dati è chiara l’importanza del vertice di Ekaterinburg dei leader del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) sulla crisi alimentare.
Il documento che segue è l’impegno adottato per contrastare efficacemente la crisi alimentare:
“La resistenza efficace alla crisi alimentare deve essere completa e deve includere sia a breve che a lungo termine, le misure nel quadro di uno stretto coordinamento internazionale. La comunità internazionale deve elaborare e attuare una coerente strategia globale per affrontare questo problema”.
I Presidenti del BRIC sottolineano che le fluttuazioni dei prezzi dei prodotti alimentari nel mondo, aggravati dalla crisi finanziaria globale, minacciano la sicurezza alimentare.
“Questa evoluzione conduce ad un aumento del numero di persone che soffrono la fame e la malnutrizione e potrebbe invertire i progressi compiuti nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Una risposta a questa sfida deve essere data prontamente adottando un’azione decisiva da parte di tutti i governi e le organizzazioni internazionali competenti”.
Il vertice ha preso atto che i paesi sviluppati ed in via di sviluppo dovrebbe risolvere il problema della sicurezza alimentare in conformità con il principio di responsabilità comune.
I paesi sviluppati dovrebbero fornire sostegno finanziario e tecnologico ai paesi in via di sviluppo per la produzione di alimenti. Per il vertice una lotta efficace contro la crisi alimentare è impossibile senza una chiara e completa comprensione delle sue cause. I tentativi di spiegare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari con il consumo in aumento dei paesi in via di sviluppo nasconde i veri motivi che sono molto più complessi.
Il documento del BRIC ha osservato l’impatto negativo sulla sicurezza alimentare del cambiamento climatico globale e della crisi economica.
Tra le cause anche la limitazione di accesso al mercato e le sovvenzioni che hanno distorto il commercio nei paesi sviluppati nel corso degli ultimi 30 anni, non creando sufficienti incentivi per l’espansione della produzione agricola nei paesi in via di sviluppo e nei paesi meno sviluppati.
Altrettanto importante, secondo gli autori del documento, valutare le sfide e le opportunità presentate dalla produzione e dall’uso di biocarburanti, non solo in vista della sicurezza alimentare globale, ma anche della sicurezza energetica e dello sviluppo sostenibile.
“Vi è la necessità di stabilire un meccanismo di cooperazione internazionale in materia di revisione e valutazione di impatto a lungo termine dello sviluppo del settore energetico, basato sull’uso della biomassa, e di guida politica in questo settore, “.
In questo contesto, i paesi BRIC ritengono valido lo scambio di esperienze in campo tecnologico, delle norme di regolamentazione e delle attività connesse ai biocarburanti; al fine di garantire la produzione sostenibile e l’uso.
“La produzione sostenibile e l’uso di biocarburanti potrebbe diventare una forza trainante per l’inclusione sociale e la distribuzione del reddito, soprattutto nelle aree rurali povere in via di sviluppo e nei paesi meno sviluppati che sono più sensibili al problema della fame”.
I Paesi del BRIC inoltre hanno accolto con favore l’esito del Forum Mondiale dei cereali di San Pietroburgo ed invitano tutti i paesi interessati e le organizzazioni internazionali ad adottare le misure necessarie per l’attuazione delle misure concordate al forum.
Un buon funzionamento del mercato mondiale ed un sistema di scambio di prodotti alimentari che elimina le discriminazioni, per garantire la sicurezza alimentare.
“A questo proposito, l’urgente necessità di accelerare il ciclo dei negoziati di Doha nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), al fine di trovare soluzioni di compromesso per ridurre radicalmente le sovvenzioni nel settore agricolo”.
I principali obiettivi dei negoziati, avviati nel 2001 a Doha (Qatar), sono: la liberalizzazione del commercio mondiale, l’aumento della crescita economica globale e l’aiuto per milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. (fonte: Ria Novosti)

Anna Palmisano

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