“Nei Tg Rai non danno voce ai comunisti”

INTERVISTA A JACOPO VENIER – “In Rai non c’è pluralismo dell’informazione: eppure questo valore dovrebbe essere un pilastro, un punto fermo per ogni democrazia, addirittura una risorsa per un Paese civile”. Lo denuncia Jacopo Venier, responsabile Comunicazione del PdCI, in un’intervista al nostro giornale.

“Da un anno almeno – dice Venier – e la cosa si è accentuata soprattutto da qualche mese a questa parte, man mano cioè che la data delle elezioni europee si avvicina, in Rai, di pluralismo dell’informazione non c’è traccia alcuna.

La dimostrazione è la censura sistematica attuata nei confronti di Prc e Pdci, che si presentano uniti nella lista comunista”.

Su quali fatti appoggia una così grave accusa?
“La cosa è abbastanza evidente. Basta seguire con attenzione tutti i Tg – 1, 2 e 3 – dell’ora di pranzo o dell’ora di cena. Negli ultimi quattro giorni, tanto per fare un esempio, nonostante diverse dichiarazioni fatte da nostri autorevoli esponenti apparse sul circuito delle agenzie di stampa, al pari di altri, di altre formazioni politiche, della nostra presenza sugli schermi o ai microfoni dei Tg Rai nemmeno l’ombra”.

E’ la diretta conseguenza di non essere dentro il Parlamento?
“Non essere dentro il Parlamento costa caro ma solo in parte, dal momento che non si riesce a capire perché Prc e Pdci non ‘passino’ mentre Sinistra e Libertà, o la Destra di Storace, ad esempio, trovino albergo informativo, con maggiore facilità di noi, sia nelle interviste che nei cosiddetti ‘pastoni’ politici”.

Di fronte a questo silenzio, come reagite? Protestate?
“A poco più di venti giorni dalle elezioni, chiediamo a Sergio Zavoli, in qualità di presidente della Commissione di Vigilanza Rai, di una Commissione cioè che vigila anche sulla correttezza informativa, di intervenire, presso chi di dovere, al fine di ristabilire un giusto e sacrosanto equilibrio. Noi saremo ‘vedette’ attente di ciò che succede e siamo pronti a denunciare ulteriori mancanze di equilibrio, disattenzioni o censure rispetto a spazi, minuti e visibilità negate a noi e concesse, invece, ad altre formazioni politiche”.

Carmelo Sorbera

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