Mafie, Maroni: “Cosa Nostra si sta riorganizzando”
Dal 1° gennaio al 4 marzo 2010 le forze dell’ordine hanno messo a segno 27 operazioni contro la criminalità organizzata, contro le 20 dello stesso periodo dell’anno scorso: 432 gli arresti effettuati (193 nel 2008), 29 i latitanti catturati (25 nel 2008). Sono alcuni dati del bilancio tracciato davanti alla Commissione Antimafia dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Cosa Nostra – ha detto Maroni – è stata scompaginata negli ultimi tempi, ma si sta riorganizzando, rendendo difficile l’individuazione della leadership: si tratta di un segnale preoccupante da non sottovalutare”.
In tutto il 2008 le operazioni contro la criminalità organizzata erano state 208 e 2583 le persone arrestate; 177 i latitanti catturati (contro i 68 del 2007), mentre i beni sequestrati hanno superato i 4,3 miliardi di euro (a fronte degli 1,5 circa dell’anno precedente). Ancora nel 2008, gli stranieri segnalati per associazione di stampo mafioso sono stati 208; per associazione a delinquere 2688; per immigrazione clandestina 4567: per traffico di droga 1385: per tratta di esseri umani 70. Dal 1 gennaio al 24 febbraio di quest’anno, infine, sono stati segnalati 6 stranieri per associazione mafiosa, 329 per associazione a delinquere, 430 per immigrazione clandestina, 176 per traffico di droga e 5 per tratta di esseri umani.
Sempre secondo Maroni, “le mafie straniere presenti in Italia si caratterizzano per i crescenti collegamenti con le organizzazioni malavitose nazionali, per l’allarme sociale prodotto dalla loro particolare aggressività e violenza e per l’innalzamento delle potenzialità operative, anche transnazionali”.
Maroni ha anche ricordato come le singole etnie, spesso in collaborazione tra loro, si spartiscano particolari settori del mercato illegale. “I clan albanesi, ad esempio, sono dediti per lo piu’ al traffico di droga, armi e immigrati clandestini”, questi ultimi soprattutto in prospettiva dello sfruttamento della prostituzione: “tra le loro fila – avverte il ministro – assumono ruoli sempre piu’ importanti le donne, spesso destinate a posizioni di vertice”.
Secondo Maroni, “crescono i collegamenti tra albanesi e romeni sul versante della tratta di esseri umani”, mentre la criminalita’ cinese continua ad orientarsi in primis sui “reati intraetnici transnazionali, dall’immigrazione clandestina allo smaltimento illecito dei rifiuti speciali passando per la contraffazione dei marchi. In una recente indagine sono emersi anche rapporti con il clan Giuliano per la gestione di affari immobiliari nel quartiere romano dell’Esquilino”. Traffico di droga, tratta degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione sono al centro degli interessi anche della criminalita’ nigeriana e di quella maghrebina, specializzata nella produzione di documenti di identita’ falsi da destinare ai clandestini.