Clausura
Cosa accade quando la cultura incontra una struttura politica, amministrativa, una macchina organizzata? Accade che o la “macchina” decide di rischiare e quindi di lasciare libera la cultura di manifestarsi; oppure succede che la “macchina” ottura i pori più pericolosi della cultura e, alla fine, la lascia agonizzare. Il duello che racconta Vittorio Sgarbi in Clausura è proprio questo: libertà della cultura o clausura. Non c’è margine di trattativa. O l’una o l’altra.
Due anni alla guida dell’Assessorato alla cultura di Milano. .
Due anni di idee, battaglie per difendere valori assoluti e non negoziabili, opere che l’ignoranza amministrativa non può consentire di distruggere e che l’indifferenza quotidiana non può far dimenticare.
Due anni di polemiche per affermare che il dio denaro, gli automatismi inerti della burocrazia, l’ignavia non devono avere la meglio sulla cultura.
E all’appello non mancano niente e nessuno in questo libro: suor Letizia (Moratti), frate Clemente (Mastella), Glisenti, l’Expo, Berlusconi, Veltroni, l’Ara Pacis, le Pale Eoliche, la valle del Belice e molto altro.
Perché la Clausura di Milano si diffonde per tutto l’arco della penisola e ha due sinonimi: interessi e ignoranza. Ma ripartire si può. Da Salemi.
Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi (e ritorno)
Vittorio Sgarbi
Editore: Bompiani Collana: Assaggi e Passaggi
2008, 408 pp., 19 euro