Carla Bruni: “Dobbiamo aiutare l’élite al cambiamento”… e in Italia si parla delle critiche a Berlusconi

Il dibattito in Francia sulla vera uguaglianza è il tema dell’intervista concessa da Carla Bruni al ‘Journal du Dimanche’, dibattito che fa seguito al “Manifesto per una vera uguaglianza” di Sabeg Yazid.
Il manifesto è un appello ai partiti politici per un diverso patto nazionale, all’impegno contro le discriminazioni, per politiche educative di successo e la promozione dei talenti, per promuovere politiche urbane che regolamentino le diversità sociali, per incoraggiare i datori di lavoro, ed in primo luogo lo Stato, a promuovere le diversità basandosi sui risultati, per porre un limite ai mandati elettorali e forzare un rinnovo politico; questi ed altri “importantissimi” temi sono alla base dell’appello che si interroga sul futuro della Francia come società multiculturale non ancora completamente attuata.Su questa base la Bruni ha rilasciato un’intervista dicendosi concorde con il testo pubblicato: “Dobbiamo aiutare l’élite al cambiamento”, anche se la sua firma Bruni-Sarkozy le impedisce un’adesione formale.
Il dibattito culturale che in Francia fa seguito alle elezioni di Barack Obama, considerando che, anche se Sarkozy non è Obama, i francesi hanno pur sempre votato Presidente il figlio di immigrati ungheresi, ci dà la distanza siderale tra l’Italia ed il resto del mondo nel comprendere gli eventi.
Di ieri su “l’Unità” lo scritto di Movi Ovadia «ora è possibile sognare l’Italia diversa», dove dice “possiamo anche noi sognare di essere governati da politici saggi e responsabili, non da cortigiani proni agli interessi di un solo potente. Anche a noi è lecito sperare di vivere in una nazione in cui il figlio di ex – comunitari, possa in futuro diventare il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani”.
Gli Stati Uniti hanno avuto un percorso democratico ed hanno permesso la crescita di una classe dirigente nuova che ha superato pregiudizi e discriminazione, amplificando la ricchezza culturale prodotta dalle minoranze e dalle diversità, in Francia, come in molti altri luoghi, si è alla ricerca di un “Obama” o dei presupposti culturali di vera uguaglianza che siano nutrimento per le nuove classi dirigenti; in Italia vediamo questi eventi come utopia, si auspica una possibile attuazione senza voler pagare il prezzo di un radicale cambiamento della Società e dei valori oramai disattesi e sbeffeggiati quotidianamente dalla vetusta classe dirigente.
Il monito del “Manifesto” di Sabeg Yazid: « I paesi che riescono a promuovere l’uguaglianza e la giustizia delle persone e delle idee hanno il posto nella globalizzazione. Gli altri sono destinati a diventare province di democrazia» non può essere disatteso.
Rilevare ed amplificare solamente le parole di Carla Bruni su la gaffe di Berlusconi è l’evidenza di quanto i nostri media sono integrati nella società italiana ed il loro ruolo “culturale”.

Carmelo Sorbera

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