Ecco come stanno le nostre banche

La crisi sta investendo il mondo intero. Il capitalismo finanziario è allo stremo. Quello bancario non gode di ottima salute. I risparmiatori sono in forte apprensione. In Usa, dall’inizio d’anno, sono già 15 le banche fallite. Come stanno, invece, le banche italiane? C’è ancora da fidarsi? L’indice di misurazione fondamentale per calcolare il benessere delle banche è il ‘Core Tier’, che è la misura della forza finanziaria di una istituzione, perché indica la solidità patrimoniale di una banca.

“Il “Tier1” – come spiega ‘soldionline’ – è il patrimonio di base e si ottiene considerando il capitale versato, le riserve e il fondo per rischi bancari generali. Tali elementi (i principali sotto il profilo patrimoniale) vengono poi diminuiti dal totale della azioni proprie possedute, dall’avviamento, dal totale delle immobilizzazioni immateriali e delle perdite registrate in esercizi precedenti e in quello in corso. In altre parole, il “Tier1″ rappresenta la quota più solida e facilmente disponibile del patrimonio della banca, in base alla definizione della disciplina di vigilanza”.

“Il Core Tier1 – si legge sempre su ‘soldionline’ – invece, è il rapporto tra il “Tier1″ (al netto delle preference shares) ed il totale delle attività a rischio ponderate. Le preference shares sono strumenti innovativi di capitale emessi con il fine di garantire la stabilità patrimoniale delle banche”.

In parole povere, è l’indice di solidità della banca, frutto di un accordo interbancario fatto a Basilea nel 2002, e quando questo è sotto il 6% non va bene. Per i risparmiatori rappresenta l’allarme principale cui fare attenzione. Più alto è il Tier migliore è la solvibilità della banca. Il livello richiesto dalla Banca d’Italia è infatti proprio il 6%.

Al momento, dagli ultimi dati in possesso, i principali istituti di credito italiani sono quasi tutti sotto il 6%. Unicredit era il 5,7% a fine giugno, dovrebbe attestarsi al 6,7% a fine anno. Intesa San Paolo viaggia a un Core Tier 1 di 5,7% (a marzo era al 6,1%), il Banco Popolare è intorno al 5,9% (è previsto al 7,5% a fine anno), il Monte Paschi di Siena è intorno al 5%, Banca Popolare di Milano, al 6,1% a fine giugno, a fine anno dovrebbe arrivare al 5,5%, UbiBanca 6,8%, Cariparma 8,4%, Crédit Agricole, che controlla Cariparma, 8,9%, Deutsche Bank al 10% circa.

Italo Arcuri

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