“In piazza a difesa della democrazia”

E’ un sabato di ‘lotta’ per la sinistra radicale (Prc, PdCI, Verdi e Sd). E’ la prima manifestazione dopo la disfatta elettorale di sei mesi fa. E’ contro il governo, ma è anche l’occasione per chiamare a raccolta il ‘suo’ popolo, smarrito e deluso. Fino ad aprile Rifondazione superava il 6% dei consensi, i Comunisti Italiani viaggiavano intorno al 2,5%, altrettanto i Verdi, mente Sd aveva un bel gruzzoletto di eletti alla Camera. Ciascuno dei quattro partiti stava al governo, con ministri e sottosegretari. Da aprile, tutto è cambiato. Fuori dal Palazzo non rimane che la piazza, dunque.

Pino Sgobio, che dei deputati PdCI, nella passata legislatura, era presidente, non ha dubbi: “Star fuori dal Parlamento ha dei limiti e comporta tante difficoltà ma ti offre l’opportunità di ritessere i rapporti sociali sul territorio, di ricostruire una coscienza di classe”.

Sarà. Certo è che, adesso, contate davvero poco…
“Se si riferisce alla politica ‘politicante’ è vero. Ma lei non sa di quanta fiducia godiamo, soprattutto da quanto ci si è accorti che senza sinistra in Parlamento non c’è opposizione e non c’è difesa dei più deboli”.

Addirittura…
“Si faccia un giro nelle fabbriche, nei posti di lavoro. Parli con chi sgobba dalla mattina alla sera. Chieda loro se si sentono rappresentati da questa opposizione parlamentare. Domandi loro del Pd e mi dirà”.

Ma sono gli stessi lavoratori che non vi hanno votato?
“E’ vero. Ma non l’hanno fatto per una semplice ragione: hanno ritenuto l’Arcobaleno un progetto troppo astratto e poco identitario. Lo hanno percepito lontano dalle loro esigenze. La mancanza della falce e martello, poi, ha fatto il resto”.

La ‘falce e martello’ ora torna in piazza…
“Dentro quel simbolo è racchiuso il senso stesso della Costituzione. In Italia, senza i comunisti italiani non ci sarebbe stato progresso civile, politico e sociale”.

La manifestazione è contro il governo ma l’impressione è che la sinistra voglia contarsi…
“Assolutamente no. Contarci ci conteremo ma alle europee del prossimo anno. Questa manifestazione è contro le politiche classiste e autoritarie del governo Berlusconi, per la democrazia…”.

Davvero pensate che ci sia un rischio regime nel nostro Paese?
“Si guardi attorno. Parli con chi sta davvero ai margini della società, con chi ha problemi di lavoro, con chi ha difficoltà economiche. Lasci perdere la propaganda dei sondaggi commissionati ad arte. Il rischio regime è reale, perché c’è un governo che fa un uso disinvolto delle leggi ad personam, dall’economia alla giustizia, e che stravolge quotidianamente la Costituzione, dalla scuola all’immigrazione. Con il federalismo fiscale, poi, lascia il Mezzogiorno in balia di se stesso…”.

Qualcuno dirà: la solita sinistra disfattista. C’è una crisi economica terribile e loro pensano a sfilare…
“A maggior ragione è importante manifestare. E’ un’occasione per dire in modo forte e chiaro che i costi di questa crisi non debbono ricadere sui lavoratori. E’ un ulteriore messaggio ai signori del governo. Ci vuole più presenza dello Stato nell’economia. Non per aiutare i padroni ad aumentare i profitti”.

Perché non manifestare con il Pd?
“Le distanze con il Pd di Veltroni sono enormi. Lui cerca ancora il dialogo con Berlusconi mentre noi pensiamo che l’attuale premier sia un pericolo per la democrazia”.

Cosa proponete?
“Offriamo un’alternativa di classe a questo governo e al Pd, attenta ai lavoratori e non a Confindustria e ai poteri forti. In tutti i Paesi industrializzati, negli ultimi 25 anni, la quota dei profitti sulla ricchezza nazionale è salita in maniera vertiginosa, a tutto svantaggio di quella dei salari, arrivando a livelli impensabili persino per gli stessi analisti finanziari. Dove sono finiti questi soldi? C’è bisogno di un’altra politica. Per questo lavoriamo, notte e giorno, affinché si giunga, con Rifondazione e non solo, ad una riunificazione dei comunisti italiani. Più si è uniti più si è forti”.

Italo Arcuri

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