Sanità, Cgil: “Drastica riduzione Lea”

Un “drastico ridimensionamento per i Livelli essenziali di assistenza sanitaria” che “rischia di essere l’anticamera della fuoriuscita dal Ssn di milioni di persone”. La denuncia è della segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, in merito all’annuncio fatto dal sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, su una imminente proposta di decreto per la revisione dei Lea. “Abbiamo notizia fondata – continua – che il Governo intenda ridurre drasticamente i Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) togliendo importanti prestazioni, in particolare di laboratorio e diagnostica per immagini”.

“Non si tratta di un’operazione volta a realizzare maggiore appropriatezza – dice la dirigente sindacale -, che altrimenti avremmo, come sempre, sostenuto, quanto piuttosto di una drastica riduzione dei livelli essenziali di prestazioni che garantiscono il diritto alla salute e alle cure”. Buona parte di tali prestazioni, fa sapere Piccinini, “sarebbero riservate solo ai cosiddetti ‘vulnerabili sanitari e sociali’ o a patologie ‘estreme’ mentre tutti gli altri cittadini sarebbero costretti a pagarsi per intero prestazioni fino ad oggi a loro garantite interamente, o con una parziale compartecipazione alla spesa, dal servizio sanitario nazionale (Ssn)”.

Questa distinzione, che colloca all’interno del Ssn solo i cittadini cosiddetti vulnerabili’, per la sindacalista della Cgil “è una lesione grave del principio di universalità e rischia di essere l’anticamera della fuoriuscita dal Ssn di milioni di persone, per spingerle verso i fondi privati”. Un modo, aggiunge, “per anticipare il libro verde sul welfare, insinuando l’idea che la salute e le cure siano merci da comprare e non diritti di cittadinanza; e, tutt’al più per i poveri e i malati gravi, si concede una sanità pubblica residuale e compassionevole”.

“Tutto ciò porta diseguaglianze e ingiustizie – precisa – e, paradossalmente, produce un aumento dei consumi e della spesa sanitaria, come dimostrano le esperienze dei paesi che hanno modelli ‘liberisti’ con poca tutela sanitaria pubblica e molta sanità privata di mercato. Eppure la gravissima crisi finanziaria ed economica in atto dovrebbe suggerire quali siano i limiti del mercato e delle ricette liberiste. Ora la definizione dei Lea – conclude Piccinini – deve essere concordata con la Conferenza delle Regioni: anche a loro ci rivolgiamo per fermare, sul nascere, questo inaccettabile attacco al diritto alla salute e alle cure dei cittadini”.

Quinews

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