Tre farfalle

La lettura di “Tre farfalle” di Raffaella Milite, in libreria per Editing Edizioni, potrebbe essere – usando parole prese a prestito dalla stessa autrice, dal primo capitolo ‘Tu’, a pagina 6 del suo romanzo – “un viaggio di quelli del fine settimana, fatto per rilassare la mente troppo concentrata con il lento dondolio che ci fonde con l’universo” oppure un “viaggio di quelli in cui ‘avventura’ è la parola chiave, in cui il contatto con il mare prova le nostre resistenze e quello con l’imprevisto il nostro senso di sopravvivenza”.

A leggerlo fino in fondo, e tutto di un fiato, il libro della Milite, che insegna nelle scuole superiori, è una via di mezzo tra un primo tempo, frutto di un ragionato rilassamento, e un secondo tempo, colmo di ricerca d’avventura. Ben riuscito il primo, troppo poco naturale il secondo.

Il “fascino”, la doppia sorpresa, sta sia nell’idea a cui l’autrice da forma – la narrazione di una stessa giornata vissuta da tre fratelli, lontani ma legati tra loro – e sia nella distesa di parole con cui la racconta. Tecnica rischiosa, brillante ma abusata, a rischio d’eccessiva aggettivazione o di passiva dolcezza. La prova, ambivalente, è a pagina 23 e 91. Lì l’incedere diventa attacco, si fa incalzante cos’ come la dolcezza, il senso di quiete, prende il sopravvento e si tocca con mano. I “segni”, le “parole”, i “numeri” sembrano prendere corpo: “Hai già mollato le cime di poppa? Stati avviando il motore? Hai già liberato il corpo morto? Che strani nomi il destino ci fa incontrare nella nostra vita linguistica, che stupidi dolori gratuiti ci infligge con parole che abbiamo sempre considerato semplici suoni e che d’un tratto diventano mondi di sentimenti”. La “rotta”, la “barca”, il “telefono”, la “forma”, il “futuro” si scuotono in faccia al lettore fino a stordirlo. “Un animale che vive un giorno, con ali gialle, rosse e blu, pronta a volare via o a rimanere, per voi, dove lei l’aveva voluta, per me dove il cuore viene spiato nei suoi battiti più periferici”.

“Tre farfalle” è essenzialmente scrittura, conoscenza ed esperienza. Dall’unione dei tre elementi, forse fissati con troppa rigidità dalla Milite, nasce l’avventura, la spasmodica ricerca di se stessi e il sapere. La vita è emozione continua e solo chi sa coglierne il giusto gusto, il cangiante odore e l’acre sapore sa anche slitarre nella fantasia. Propria e altrui.

Tre farfalle
Raffaella Milite
Editore: Editing Edizioni
2008, 120 pp., 11 euro

Italo Arcuri

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