Petrolio giù? Solo un miraggio…

Nemmeno una notte. Tanto è durata la sensazione di vedere il petrolio sotto i 100 dollari. Nemmeno il tempo del tanto desiderato annuncio di Londra che, a notte fonda, il prezzo del petrolio – a seguito della decisione presa a sorpresa dall’Opec di tagliare la produzione di 520mila barili – riprende la sua corsa sul mercato di New York, risalendo sopra i 104 dollari al barile, e sui mercati asiatici, dove è salito di circa lo 0,50% fissandosi 103,71 dollari. L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, nel corso della riunione tenutasi in nottata a Vienna, ha quindi deciso di tornare alle quote di settembre 2007, equivalenti a 28,8 milioni di barili al giorno.

Quella scaturita a Vienna è una decisione a sorpresa. Ieri il presidente dell’Opec, l’algerino Chakib Khelil, aveva infatti affermato di ritenere “non necessario un taglio della produzione”, annunciando che l’organizzazione avrebbe mantenuto invariate le quote sui livelli attuali. Indicazioni che avevano contribuito a far perciò scendere il Brent, per la prima volta, sotto la soglia psicologica dei 100 dollari.

Nel corso del vertice, ha prevalso la posizione dei “falchi” come l’Iran e dei paesi che temono una possibile riduzione della domanda globale a causa della crisi economico-finanziaria.

Durante lo stesso vertice, l’Opec ha accettato, seppur con “rammarico”, l’addio dell’Indonesia, che è diventata importatrice netta, cosa che, dal punto di vista tecnico, implica la sua uscita dall’organizzazione, dando il benvenuto all’arrivo di Angola ed Ecuador.

Carmelo Sorbera

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