Imam rapito: inasprimento delle pene in appello per i 23 agenti della Cia

 La Corte d’Appello di Milano ha condannato in contumacia i 23 agenti della Cia aumentando le sanzioni già decise in primo grado per il rapimento nel 2003 dell’ex’imam egiziano Abu Omar, condanne da 7 a 9 anni di carcere ed in particolare la condanna più pesante è stata inflitta a Bob Seldon Lady, ex capo della Cia a Milano, inizialmente condannato ad otto anni carcere.
La Corte d’Appello ha inoltre confermato l’assoluzione nel processo dell’ex capo dei servizi segreti militari italiani, Nicolò Pollari e del suo ex vice Marco Mancini, anche se l’accusa aveva chiesto nei loro confronti da 10 a 12 anni di carcere, in quanto non sono processabili per la sussistenza del segreto di Stato.

Per i due ex funzionari del Sismi, Luciano Seno e Pio Pompa la pena è stata leggermente ridotta a due anni e otto mesi di reclusione rispetto ai tre anni del primo grado.
Il segreto di Stato è invocato dal governo di Silvio Berlusconi e poi in seguito da quello di Romano Prodi.
La Corte ha anche deciso di separare la posizione di tre altri membri della Cia, tra cui l’ex numero uno dell’agenzia in Italia, Jeffrey Castelli, e altri due ex-agenti, e Ralph Russomando e Betnie Madero, che il tribunale in prima istanza si era rifiutato di condannare, in quanto protetti dalla loro “immunità diplomatica” di funzionari degli Stati Uniti a Roma.
L’imam egiziano Abu Omar, il cui vero nome è Hassan Osama Nasr, era un membro dell’opposizione islamista radicale al-Gama’a al-Islamiyya ed aveva beneficato dell’asilo politico in Italia. Venne rapito per strada a Milano 17 febbraio 2003 nel corso di un’operazione coordinata tra la Cia ed il Sismi e trasferito in Egitto, dopo quattro anni di detenzione, un tribunale egiziano ha stabilito che la sua prigionia era “infondata”.  I suoi avvocati sostengono che è stato torturato nel carcere di massima sicurezza dove era detenuto in Egitto ed hanno chiesto 10 milioni di euro di risarcimento.
La Corte d’Appello ha confermato il risarcimento di 1,5 milioni, di cui 1 milione per Abu Omar ed il resto alla moglie.
Il processo iniziato nel giugno 2007, è stato altamente simbolico perché il primo in Europa, sui trasferimenti segreti della Cia di persone sospettate di terrorismo, dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, verso Paesi dove è nota la pratica della tortura.

Quinews

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