Santoro lascia “bene”

Michele Santoro: «Ragazzi, non potevo continuare a lavorare accerchiato come il generale Custer. Non si può vivere bene in un’azienda che ti considera un nemico interno. Se digito il mio nome sulla banca dati Rai esce fuori l’espressione “in causa”».
Marco Travaglio: «Non è vero che io sia rimasto deluso o che sia arrabbiato con Michele. Non sono sua moglie, non devo sapere tutto sulla sua vita e sulle sue scelte personali. Credo che dopo un mobbing durato anni la pentola a pressione sia saltata. Non solo la Rai non ti ringrazia quando hai successo, ma tenta di fregarti come può, se ti chiami Michele Santoro».
In tali condizioni Michele Santoro ha preso la decisione giusta. Lo scandalo della Rai disposta a pagare una tale somma è il prezzo che non solo la Rai ma tutti gli italiani quotidianamente, pagano per soddisfare le esigenze di chi detiene il potere.

Vittoria Pirro

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