“E’ amnistia”: il Csm boccia il processo breve

Il plenum del Csm ha approvato, a larga maggioranza, il parere della sesta Commissione che giudica il ddl sul processo breve in contrasto con più principi costituzionali e “un’amnistia per reati di considerevole gravità, a cominciare dalla corruzione”. Il parere è stato approvato in una seduta straordinaria: contrari i laici del Pdl, mentre a favore hanno votato i laici di centrosinistra, il vicepresidente Nicola Mancino e i togati di tutte le correnti. Il parere mette in luce misure “dannosissime” che rischiano di avere per la giustizia l’effetto di uno “tnunami”. Per questo dopo quasi cinque ore di discussione il plenum ha approvato il parere fortemente negativo sul ddl in materia di processo breve.

Il giudizio del Csm ha subito aperto il dibattito politico. “Il Csm – secondo Italo Bocchino, presidente vicario del Pdl alla Camera – continua a svolgere le funzioni di terza Camera dello Stato esprimendo giudizi preventivi e non richiesti su leggi all’esame del Parlamento”. “In questa vicenda – aggiunge – di incostituzionale c’è soltanto l’atteggiamento del Csm, che anziché svolgere le sue funzioni, invade il campo d’azione del Parlamento”. Di pare opposto il Pd.  “Il ministro Alfano, a cui la Costituzione affida il ruolo di responsabile dell’organizzazione giudiziaria – afferma la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti – non lasci cadere nel vuoto il parere del Csm sul processo breve e, con animo obiettivo e sereno, inviti i proponenti a ritirare quelle norme che anziché garantire la certezza della pena in tempi ragionevoli estinguono i diritti dei cittadini onesti e delle vittime dei reati”. “Quel testo – conclude Ferranti – è incostituzionale e il ministro non può consentire che in nome di interessi privati vengano approvate norme che hanno un impatto distruttivo sul sistema e sui processi in corso”. Dura nei confronti del Governo è anche l’IdV. “Tra i tanti profili di incostituzionalità, anche il Csm ha sottolineato che il più grave è proprio quello di essere, di fatto, un’amnistia permanente per reati puniti fino a dieci anni di carcere”, afferma il capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti. Sulla stessa linea la posizione del PdCI. “Il ddl sul processo breve – afferma Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI – Federazione della sinistra – è un’infamità, Berlusconi si faccia processare. Il Pdl lo capisca e lo ritiri: la democrazia non può e non deve trasformarsi in una legge ad personam. Ora dalle fila del Pdl – conclude – non si apra un processo sul giusto giudizio del Csm, sarebbe ipocrita anche alla luce delle tante dichiarazioni rilasciate da esponenti della maggioranza sull’utilità di abassare i toni”.

Edgardo Fulgente

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