Teatro – Gli scherzi magnifici di Gaspare e Zuzzurro

MALBORGHETTO ROMA FESTIVAL 2009 – Quattro ‘Scherzi’, un folto pubblico, Chechov, Gaspare e Zuzzurro, Eleonora D’Urso, un pianoforte suonato magistralmente (da Giovanni Vitaletti), la splendida scenografia del Malborghetto e un teatro di altri tempi. Sabato sera, peccato per chi non c’era…

 
L’estrosità di Gaspare e Zuzzurro è cosa nota e risaputa. In più, la loro bravura, in questo spettacolo (regia di Massimo Chiesa), che si svolge all’aperto, sotto le stelle della via Flaminia e nel fresco, quasi umido, di un posto ricco di verde e di resti archeologici, sta nel saper catturare la concentrazione del pubblico, non solo con la parola ma attraverso il linguaggio del corpo. Saltellano, schizzano e zompano come grilli, al ritmo forsennato delle parole che, il più delle volte, a fiumi scorrono dalle loro bocche.

In “Tragico controvoglia”, il secondo dei quattro ‘Scherzi”, andato in scena sul palco del Malborghetto Roma Festival 2009, Gaspare supera se stesso. E’ come una pedalata di uno scalatore in una salita che non finisce mai, per la gioia degli astanti. E’ magnifico. Zuzzurro gli fa da ‘spalla’ quasi compiaciuto da tanta bravura. D’altronde, nel primo ‘scherzo’, dal titolo ‘L’orso’, le parti si invertono e Gaspare fa il gregario al suo compagno di teatro che recita lo scoppio di una scintilla d’amore in maniera perfetta.

Il talento di Eleonora D’Urso, inoltre, chiude il cerchio: è brava, ha una voce splendida, movenze morbide e ritmi intensi e coinvolgenti. E giù applausi… E’ come se quel mazzo di fiori consegnatole alla fine dello spettacolo fosse un omaggio di tutti noi spettatori. Fa la vedova, la cornuta e la ‘mazziata’, nel primo ‘scherzo’; fa la figlia di Zuzzurro, benestante ma non molto, pronta sposa per convenienza e arrabbiata come un’ossessa nell’ultimo (‘La domanda di matrimonio’). Il terzo ‘scherzo’ (‘Il tabacco fa male’), in realtà non è uno scherzo – e si vede – e nonostante il bel monologo di Zuzzurro resta estraneo al telaio narrativo dell’ilarità, impegnata e leggera, che lo spettacolo punta a mettere in mostra. Serate come queste conciliano con il teatro e lo aiutano.

Italo Arcuri

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