Tv, Calabrò non guarda in toto

La relazione annuale del presidente dell’Agcom fa poca chiarezza, non guarda al complesso dei problemi e manca, colpevolmente, di affrontare la penosa condizione informativa in cui versa il Tg1. Se da una parte, come sostiene Calabrò, è necessaria una riforma della Rai, che garantisca effettivo pluralismo e maggiore qualità, dall’altra preoccupa il fatto che a dover gestire la partita sia una maggioranza ancora, e più che nel passato, macchiata dal conflitto di interessi del premier.

Identiche le preoccupazioni sulla gara per le frequenze digitali, che non può andare ad ingrassare la pancia degli amici degli amici.

La notizia del sorpasso di Sky rispetto a Mediaset, sul fronte dei ricavi, infine, va analizzata a fondo e, comunque, mette in evidenza la difficoltà che il conflitto di interessi del premier provoca paradossalmente alla stessa azienda di famiglia. I cori di giubilo con cui il Pdl ha accolto il sorpasso di Sky (Capezzone in primis), argomentato come prova della fine del monopolio Mediaset, la dicono lunga su quanto ingombrante sia il conflitto del premier per la stessa maggioranza, che sembra fare il tifo per Sky pur di cucirsi addosso un vestito di democraticità e andare, quindi, addosso alla sinistra.

Italo Arcuri

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