Obama – Netanyahu “divergenze per la pace”

Il vertice tra il Presidente Barack Obama e il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha manifestato le loro divergenze sulla pace in Medio Oriente. Barack Obama ha rinnovato il suo appello per la creazione di uno Stato palestinese auspicando un “accordo” nel quale gli israeliani ed i palestinesi vivono fianco a fianco, dicendo: “Ho detto prima e lo ripeto qui che è interesse, credo, non solo dei palestinesi ma anche degli israeliani, degli Stati Uniti e della comunità internazionale raggiungere una soluzione a due Stati, in cui gli israeliani ed i palestinesi vivono fianco a fianco in pace e sicurezza”.
Obama ha anche chiesto la cessazione degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi.
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha rifiutato di impegnarsi a uno Stato palestinese indipendente, pur esprimendo la condivisione del desiderio del presidente americano di far progredire la pace, intende avviare i negoziati con i palestinesi “immediatamente”. E ha detto: “Voglio dire chiaramente che non vogliamo governare i palestinesi”.
Le condizioni fissate da Netanyahu per i negoziati sono la sicurezza garantita per Israele ed il riconoscimento dei palestinesi di Israele come Stato ebraico, dicendosi disponibile a considerare un “accordo” nel quale i palestinesi e gli israeliani vivono fianco a fianco nella dignità, pace e sicurezza; pur non parlando esplicitamente di uno Stato palestinese.
La delusione dell’Autorità palestinese è espressa dal portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, Nabil Abu Roudeina: “Le dichiarazioni di Obama sulla sua conferma di una soluzione a due Stati sono incoraggianti, ma quelli di Netanyahu, che hanno ignorato la soluzione dei due Stati e dei diritti legittimi del popolo palestinese sono deludenti”.
Il Presidente palestinese sarà ricevuto alla Casa Bianca il 28 maggio, due giorni dopo il suo omologo egiziano Hosni Mubarak. Questi incontri serviranno a Barack Obama per preparare le sue proposte al mondo musulmano il 4 giugno in Egitto.
Nella realtà questo vertice tra Obama e Netanyahu è ancora una volta una situazione di stallo per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, i due sembrano avere una visione radicalmente diversa di come raggiungere la pace inafferrabile da 60 anni.
Obama ha esortato Netanyahu a capitalizzare su quello che egli chiama “un’occasione storica” per riavviare dei negoziati seri con i palestinesi, ma ha anche ribadito il suo impegno a favore dello Stato palestinese. Per Barack Obama, la creazione di uno Stato palestinese coesistente con Israele è la pietra angolare del processo. Il capo del governo israeliano si è finora tenuto dal sottoscrivere una tale “soluzione dei due Stati” andando contro gran parte della comunità internazionale, e complicando la soluzione del conflitto dicendo che continueranno le costruzioni degli insediamenti esistenti nella Cisgiordania occupata.
Benjamin Netanyahu tende a mantenere i negoziati sul processo di pace nel campo della cooperazione per la sicurezza e lo sviluppo economico.
Barack Obama non ha ancora fornito un piano dettagliato di pace.
Allo stesso tempo la nuova politica degli Stati Uniti con l’Iran è un altro punto controverso. Benjamin Netanyahu non ha perso l’occasione nel ribadire al Presidente americano che Israele si riserva il diritto di difendersi contro l’Iran, aggiungendo: “La cosa importante è che ci impegniamo a garantire che l’Iran non sviluppi la propria capacità di armi nucleari”.
Obama ha detto che giudicherà nel corso dei negoziati la gravità del programma nucleare dell’Iran.

Vittoria Pirro

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