Saberi: “felice” di essere libera

Roxana Saberi, la giornalista iraniano-americana libera, parlando fuori dalla sua casa di Teheran, si è dichiarata molto felice per essere stata liberata ed ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al suo rilascio, della vicenda sono emersi alcuni dei dettagli. La condanna che la Saberi aveva ricevuto era in parte causata dall’aver conservato un documento riservato del governo iraniano, sulla guerra degli USA in Iraq, di cui era entrata in possesso durante il suo lavoro come traduttrice freelance per un potente organismo della gerarchia clericale in Iran. Come prova i pubblici ministeri hanno citato anche un viaggio della Saberi in Israele compiuto nel 2006.
Saberi è stato liberata ieri, dopo un ricorso giurisdizionale che ha ridotto la pena originale di otto anni di carcere a due anni con la sospensione condizionale. La trentaduenne giornalista, che ha la doppia cittadinanza iraniana e americana, era stata condannata per spionaggio per gli Stati Uniti a metà aprile in un processo segreto che suo padre ha detto era durato 15 minuti.
Nel suo ricorso la Saberi ha ammesso di possedere il documento, dicendo che l’aveva copiato per “curiosità”, ma non l’aveva mostrato a funzionari americani, Inoltre, ha confermato la sua visita in Israele, ma ha detto che la sua attività non era rivolte contro l’Iran.
Le accuse di lavorare con un “paese nemico” sono cadute perché gli Stati Uniti non poteva essere considerato tale, perché non era in guerra con l’Iran. Washington aveva chiesto ripetutamente il “fondamento” dell’accusa contro di spionaggio della Saberi e la sua liberazione.
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Anna Palmisano

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