USA contatta la Germania per espellere criminale nazista

Gli Stati Uniti hanno contattato la Germania per ottenere i documenti di viaggio per organizzare l’espulsione verso il paese di John Demjanjuk, 88 anni, sospettato di essere uno degli ultimi grandi criminali di guerra nazisti.
John Demjanjuk, chiamato Nikolaiewich Ivan Demjanjuk, nato in Ucraina, riuscì ad emigrare dalla Germania, dove aveva vissuto senza essere riconosciuto, negli Stati Uniti nel 1952. Alla fine degli anni 70 riconosciuto da alcuni ex detenuti del campo di sterminio di Sobibor, uno dei tre campi di sterminio nazisti costruiti nell’ambito dell’Operazione Reinhard, ossia il progetto di sterminio degli ebrei in Polonia, venne spogliato della sua cittadinanza americana e nel 1986, Israele riuscì ad ottenere la sua estradizione. Il 25 aprile 1988, Demjanjuk venne condannato a morte a Gerusalemme, ma la Corte suprema israeliana annullò la condanna, nel 1993, ritenendo che non vi fossero prove sufficienti per garantire che Demjanjuk fosse “Ivan il terribile” di Sobibor.
Nonostante il fatto che 18 testimoni avevano individuato Demjanjuk come “Ivan il terribile”, la Corte ha fatto valere i suoi documenti del KGB, secondo i quali “Ivan il terribile” era stata un’altra persona. Contemporaneamente, la Corte stabilì che non vi è dubbio, tuttavia, che Demjanjuk fosse una guardia del campo di concentramento. Dopo sette anni di carcere, Demjanjuk ritornò negli Stati Uniti, e dopo aver riottenuto la cittadinanza ne fu privato nel 2002. Adesso ha uno status di straniero in attesa di espulsione.
Ora, alla luce della nascita di altre prove, l’accusa del Tribunale distrettuale di Monaco, ha preparato la nuova accusa. Nel febbraio 2009 è stato accertato l’autenticità della scheda originale di Demjanjuk di appartenenza alla SS. La Germania l’11 marzo ha emesso il mandato di arresto contro l’uomo sospettato di essere stato una guardia al campo di sterminio di Sobibor, dal 27 marzo 1943 a fine settembre 1943 e di avere assistito all’uccisione di almeno 29.000 ebrei.

Vittoria Pirro

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