Umberto Barbaro – Testimonianza di Enrico Lo Verso

Il 19 marzo, il cinquantenario della morte di Umberto Barbaro, rigoroso intellettuale che diede un decisivo impulso agli studi di carattere teorico fino a porre le basi del “neorealismo” italiano, così come lui stesso lo definì; è trascorso praticamente ignorato e questo non sorprende in un tempo in cui la memoria storica è sempre più selezionata.
Parlare di Umberto Barbaro, oggi, morto prematuramente nel 1959, all’età di 57 anni, ai cui funerali laici, a Roma sul piazzale del Verano, partecipò tanta gente di ogni classe sociale, con le bandiere rosse, può essere anacronistico, o solamente ricordare Barbaro che è stato con Luigi Chiarini tra i fondatori del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma; che fornì un notevole impulso alla crescita della cultura cinematografica italiana durante gli anni del fascismo, con la rivista di studi cinematografici “Bianco e Nero”; e che produsse una serie di studi specifici sul cinema sovietico può essere, diciamo, “inopportuno” da commemorare.
Come “inopportuno” è parlare dell’Immaginismo, il movimento alla cui fondazione nel 1927 Barbaro contribuì assieme a Bonaventura Grassi, in un periodo in cui avvengono le celebrazioni del Futurismo.
L’Immaginismo, un movimento che fu, a differenza dei tanti epigoni di Marinetti, chiaramente rivolto a sinistra, e che ebbe un esordio ed una vita breve mentre il Fascismo trionfava.
Nel 1933 Barbaro in un articolo comparso su L’Italia Letteraria e poi su Occidente fece uno sbalorditivo ritratto del grande Totò, quando ancora poteva essere ammirato solo sulle tavole dei teatri anticipando ampiamente quei film che hanno rivelato l’attore al grande pubblico, e scriveva: “Si intuisce subito la necessità di un lavoro di discriminazione critica che il teatro di varietà solitamente non richiede”, ma soprattutto: “Quando Totò è all’altezza di se stesso, la sua caratteristica è unicità e valore assoluto”.
Umberto Barbaro coglieva nel segno quando scriveva questo e dimostrava il suo particolare acume.
Umberto Barbaro, nato in Sicilia, ad Acireale nel 1902, dove con il terremoto di Messina del 1908 perse entrambi i genitori all’età di sei anni, ebbe una vita segnata dagli eventi tragici della terra d’origine.

Dai molteplici interessi culturali che vanno dalla letteratura, all’arte, al teatro, al cinema fin dal ginnasio, ne abbiamo chiesto una testimonianza ad un conterraneo: Enrico Lo Verso, Attore del nostro Cinema:
Caro Carmelo,
ti ringrazio di cuore per avermi sottoposto, in nome della nostra
lunga amicizia, il tuo articolo su Umberto Barbaro.
Tu pensavi di poterne discutere con me ed invece devo, colpevolmente
e con imbarazzo, confessarti che neanche io ho rivolto un pensiero a
quest’uomo nel cinquantenario della sua scomparsa.
Leggendo le tue parole sono stato portato a riflettere su quanto la
civiltà stia perdendo ogni giorno di più per il fatto che mentre gli
intellettuali di un tempo precorrevano il cammino dell’uomo e della
società, oggi si autocelebrano da balconi di torri dorate senza avere
la minima consapevolezza di cosa stia avvenendo intorno a loro.
Il tuo articolo è, per me, uno stimolo ed un incentivo a documentarmi
su chi pensava che la cultura fosse un valore da condividere.
Sono ogni giorno più convinto che il nostro futuro sia nella nostra
Memoria.

Grazie Carmelo, grazie ancora.

Enrico 

Ringraziamo l’arch. Paolo Grassi per la puntuale documentazione fornita. 

Carmelo Sorbera

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