Bambina di 9 anni stuprata abortisce, la Chiesa scomunica la madre

Brasile. La Chiesa cattolica ha condannato l’aborto di due gemelli di una bambina di 9 anni stuprata. L’arcivescovo di Olinda e Recife, Josè Cardoso Sobrinho, ha scomunicato i medici e la madre della bambina, affermando: “Il fine non giustifica i mezzi. E’ buona cosa fare tutto il possibile per salvare la vita della madre, ma riuscendo a non eliminare la vita di un innocente. Questo è il principio, la dottrina morale della Chiesa”. Ed ha continuato: “La legge di Dio è al di sopra di qualsiasi legge umana. Pertanto, quando una legge emanata dall’uomo legislatore è in contrasto con la legge di Dio, questa legge non ha alcun valore”.
La gravidanza della bambina è stata scoperta un paio di giorni fa, quando ha cominciato a sentire dei dolori ed è stata ricoverata in ospedale dalla madre che non era a conoscenza di nulla, alla quindicesima settimana, con 33 kilogrammi di peso ed 1,36 di altezza, la bambina non è stata ritenuta con una struttura fisica idonea ad avere dei bambini dai medici, ritenendo alti i rischi che avrebbero messo la bambina in pericolo di vita.
La polizia ha scoperto che il violentatore è stato il patrigno.
In questi giorni in Brasile si era registrato un altro caso di una bambina violentata dal padre adottivo, un muratore di 51 anni, rimasto in libertà. ” Egli ha detto che era ubriaco, che i due erano soli a casa e che la ragazza avrebbe voluto”. Una bambina di 11 anni al 7° mese di gravidanza, tuttora ricoverata in ospedale.
In Brasile, situazioni di questo tipo, violenza contro i bambini ed adolescenti si verificano sempre più spesso, secondo la polizia l’80% dei casi di violenza sessuale contro bambini ed adolescenti si verificano negli ambienti chiusi e le violenze sono praticate da persone della propria famiglia o molto vicino.
In Brasile l’aborto è ancora illegale, tranne nei casi di stupro o di pericolo di vita della madre. Ciò non esclude, secondo le autorità, che ogni anno un milione di donne ricorrono ad aborti illegali che costano la vita a migliaia di loro.

Anna Palmisano

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