Travaglio: “Torna a casa, Paolo”

“Mentre ricordiamo Enzo Biagi a un anno dalla scomparsa, mentre Reporters Sans Frontiéres colloca l’Italia al 44esimo posto nel mondo per libertà dì informazione, mentre il Pd attacca la Ventura per aver osato ‘dileggiare Veltroni’ mostrandone financo ‘un immagine corrucciata e sgradevole’, c’è almeno una buona notizia: il giornalismo rischia di ritrovare uno dei suoi fuoriclasse: Paolo Guazzanti”. E’ quanto scrive il giornalista Marco Travaglio sul quotidiano ‘l’Unità’, nella sua rubrica giornaliera ‘Zorro’, in un articolo dal titolo “Torna a casa, Paolo”. “Scriveva da dio: – continua Travaglio – colorito, fantasioso, spiritoso almeno come i suoi figli. La sua intervista a Franco Evangelisti sulle mazzette di Andreotti (“A Frà, che te serve?”) e il suo ritratto della ministra Bono Parrino socialdemocratica e sgrammaticata (“a ogni Pier sospinto”), sono capolavori che ogni giornalista dovrebbe portare a memoria. Per non parlare delle sue imitazioni (quella di Pertini ingannò Arbore a Quelli della notte), regalate agli amici in memorabili cene fino a notte fonda”.

“Poi un giorno lo perdemmo. Si mise in testa di fare il politico, lui che la politica la raccontava così bene proprio perché non ci capiva nulla. Divenne berlusconiano: non ideologico, uterino. Scrisse e disse cose che il Guzzanti vero avrebbe sommerso di risate. “Frattini è un eroe, ricorda Theo-Watergete”, “l’affare Mitrokhin è più grave del Watergate”, “Prodi mascalzone bavoso”… Ora, sul caso Putin e sul caso Carfagna, ha capito doc’era finito. Due botte in testa, e pare rinsavito. Evviva. Ora – conclude Travaglio – speriamo che lasci stare la politica, riprenda la penna in mano e ci racconti la galleria degli orrori vista dall’interno in questi anni bui. Torna a casa, Paolo.”.

Quinews

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