Le penny stocks di Piazza Affari

Per chi ha voglia di rischiare, è il momento di darsi una mossa. A proprio rischio e pericolo, naturalmente. Infatti, le borse crollano, gli indici sono tutti al ribasso, i titoli vanno giù in picchiata come falchi ma l’istinto speculativo cresce. Il sogno nel cassetto di emulare le gesta degli azionisti di lunga data, adesso, si può davvero realizzare. A prezzi modici, visti i tempi…

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che di queste cose se ne intende (fino a prova contraria!), ieri da Napoli ha invitato gli italiani a non abbattersi, a non cadere nel panico e a non sbarazzarsi delle azioni ma a comprarne altre. Ha indicato anche quali (ma questo è un altro discorso…).

Con meno di un euro, oggigiorno, si possono acquistare azioni anche prestigiose. In America, che di questa crisi è l’epicentro fisico, li chiamano ‘penny stocks’. Da noi si potrebbero chiamare i ‘centesimi stocks’. “Sono le azioni che hanno un valore di mercato talmente basso che possono essere acquistate con una monetina. Titoli che, complici i violenti ribassi delle Borse internazionali da inizio anno, sono sempre più numerosi sui listini”, scrive Vito Lops su ‘24minuti’, il quotidiano pomeridiano del Gruppo ‘Il Sole 24 ore’.

Basta una monetina “(…) anche a Piazza Affari (a Milano, ndr) (-45% da gennaio) – continua Lops su ‘24minuti’ – dove su 300 azioni di società quotate, 68 vengono oggi scambiate in Borsa a meno di un euro (a luglio erano 50), circa un quarto del totale”.

Società prestigiose, di alto rango, di fama borsistica non indifferente, di ‘alta capitalizzazione’. “L’ultima ad entrare nel girone delle penny stocks – informa il giornalista economico – è stata Telecom Italia che lunedì scorso è scivolata sotto la soglia di un euro”. E poi ci sono: “Edison”, che l’altro ieri “ha chiuso a 1,03”, la “Pirelli (0,3 euro)”, “Beni Stabili (0,48)”.

“A questo limbo – precisa Lops – appartengono ex blue chip come Gemina, Tiscali, Sorin e Alitalia… E poi ci sono addirittura azioni che valgono meno di 10 centesimi, come Seat pagine gialle (0,058)”. Basta prendere il listino borsistico, leggere i nomi e scegliere su cosa puntare, proprio come le corse di cavalli.

“Un prezzo di mercato così basso – conclude Vito Lops – rende i titoli maggiormente volatili e vulnerabili alla speculazione”. La caccia è aperta. Chi vuole, dunque, si faccia avanti. Dopotutto, prima o poi, la crisi passerà e chissà…

Italo Arcuri

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