UniCredit Group e Banca d’Italia

Quanto si deve preoccupare l’italiano medio delle vicende di UniCredito Italiano S.p.A.? : Abbastanza, dal momento che banca UniCredito Italiano S.p.A. è seconda solo ad Intesa Sanpaolo S.p.A. come importanza nella parteciparzione al capitale di Banca d’Italia e, difatti, direttamente con un numero di quote pari a 47.184, detiene un numero di voti pari a 50, tralasciando le partecipazioni in capitali di altre banche che detengono quote di capitale di Banca d’Italia.

Le manovre e le speculazioni attorno alla banca di UniCredito Italiano S.p.A., quindi, intaccano direttamente la struttura di Banca d’Italia. L’anomalia è in Banca d’Italia che ha il 95% del capitale, privato, a differenza della Bundesbank il cui capitale appartiene allo Stato federale o Banca di Francia il cui capitale appartiene allo Stato.

In passato, con interrogazioni parlamentari ad hoc, è stato chiesto il perché in Italia il 95% del capitale di Banca d’Italia debba essere privato. Il rappresentante del Tesoro in risposta ha detto: “L’autonomia dell’istituto, nello svolgimento delle funzioni assegnategli dalla legge, non discende dall’appartenenza del capitale di Banca d’Italia all’area pubblica o privata…”.

Ma si può dare fiducia alle parole di Nerio Nesi quando diceva: “Quale che sia il capitale di Banca d’Italia, la sua proprietà non è mai indifferente all’azione della Banca”. Quindi, qualora l’aumento di capitale deciso da UniCredito Italiano S.p.A. non riesca nell’intento ed occorra un intervento pubblico come sta avvenendo in altri Paesi, sia prevedibile qualche dubbio su di un eventuale interessamento neutrale di Banca d’Italia.

Se poi in nome della difesa del piccolo risparmiatore si attueranno manovre e finanziamenti da parte dello Stato ciò sarà pagato come al solito da tutti i contribuenti.

Carmelo Sorbera

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