Un emendamento potrebbe costare il lavoro a 120mila precari pubblici

L’emendamento è ancora lì e grava sulla testa di decine di migliaia di lavoratori di tutti i settori pubblici come un pesante macigno. Il rischio è il licenziamento. La Cgil non si da per vinta e rilancia: se non interverranno fati nuovi “tanti perderanno il loro lavoro, anche se ne hanno legittimamente diritto”.

L’emendamento anti precari pubblici, secondo Michele Gentile, coordinatore del dipartimento Settori pubblici della Cgil, potrebbe “cancellare le norme sulla stabilizzazione dei lavoratori precari nelle Pubbliche amministrazioni” mettendo a rischio qualcosa come “120mila persone”, che perderanno, alla scadenza del contratto o entro 30 giorni dall’approvazione della legge, il loro posto di lavoro.

La norma, inoltre, se approvata, secondo la Cgil, rischia di creare grossi disagi anche ai cittadini, dal momento che in tanti non avranno i servizi che oggi sono garantiti dai lavoratori precari.

I contratti di lavoro interessati sono quelli a tempo determinato per quei lavoratori “che avevano maturato i requisiti previsti dalle 2 leggi Finanziarie precedenti” e per i lavoratori “con vari contratti per i quali era in piedi una prospettiva di assunzione”.

La Cgil promette battaglia ed è decisa a sostenere il diritto dei lavoratori in tutte le sedi. “Se ai 120mila si aggiungono i 150mila posti di lavoro in meno in conseguenza dei tagli alla scuola – conclude il rappresentante sindacale – viene fuori un quadro sociale drammatico per l’occupazione, per i servizi pubblici e per la crescita del paese”.

Italo Arcuri

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