Il ‘manifesto’: test politici alla Sapienza per diventare infermiere
Su ‘il manifesto’ di oggi, a pagina 7, si viene a sapere che all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, il giorno 9 settembre scorso, nel quiz di ammissione per una laurea triennale delle professioni sanitarie, tremila giovani concorrenti si sono imbattuti in una vera e propria “selezione politica”.
Nell’articolo del ‘manifesto’ si denuncia che agli studenti impegnati nella prova di selezione, nel questionario, è stato ad esempio chiesto: “Prescindendo dal pensiero difficilmente condivisibile di Asor Rosa che dimentica certe leggi fasciste che poco ebbero a che fare col bene della nazione” la sua dichiarazione “sul fascismo migliore del governo Berlusconi” ha come “possibile spiegazione” (possibile, avete letto bene) che il fascismo proponeva: a) di dare nuovo spazio a quel socialismo a cui aveva aderito il giovane Mussolini; b) di rendere l’Italia autarchica; c) di dichiarare guerra alle plutocrazie occidentali; d) di mettere fine ad un sistema, quello liberale, opposto alla logica marxista; e) di mettere fuori legge la massoneria”.
“Oppure – continua l’articolo di Sara Menafra su ‘il manifesto’ – dovete decidere quale sia il principale paradosso dell’ultimo documentario sulle Brigate rosse (“Il Sol dell’avvenire” quello criticato dal ministro Biondi): a) la diaspora comunista non consente interviste; b) la diaspora socialista non consente interviste; c) non si cita la teoria degli “opposti estremismi”; d) i dirigenti politici di sinistra dichiarano di non ricordare; e) la diaspora democristiana non consente interviste”.
“O, ancora, attenzione – puntualizza ‘il manifesto’ – perché qui c’è un tranello: Ignazio Silone – dice l’autore del quiz – è stato un intellettuale anticomunista, differente dal’intellighenzia di sinistra “prostata davanti a Togliatti”. Di questa “tendenza anticomunista democratica e laica decisiva per la libertà e democrazia dell’Occidente funestato dai totalitarismi” facevano parte anche: a) Quasimodo, Vincenzo Monti; b) Repaci, Alessandro Manzoni; c) Moravia, Leopardi; d) Carducci, Artur Miller; e) Camus, Orwell”.
L’articolo del ‘manifesto’, che poi continua, chiedendo il parere di ricercatori e addetti ai lavori, mette in luce una prova d’esame, che se confermata – il quotidiano comunista si è mosso su segnalazione di una studentessa che ha partecipato alla selezione – non può minimamente essere accettata. Che centra, infatti, l’opinione politica, o il giudizio politico – perché di questo stiamo parlando – sulla preparazione o la valutazione professionale di uno studente? Che centra scomodare il giudizio politico del professor Asor Rosa per quantificare il grado di preparazione infermieristica di una studentessa? Ai posteri l’ardua sentenza…