Cina e Russia bloccano le sanzioni allo Zimbabwe.

8809f7624def2974c71f70fed0dece37.jpg L’ONU voleva adottare delle misure restrittive sulla vendita delle armi a Mugabe, ma le restrizioni avrebbero colpito gli esportatori d’armi russi e cinesi e quindi la decisione di un embargo di armi e finanziario appoggiato da nove nazioni affonda con i veti dei due membri permanenti. Dopo le elezioni del mese scorso in cui Mugabe fu dichiarato vincitore mentre i membri dell’opposizione erano colpiti, arrestati ed uccisi;

lasia come sempre avviliti l’incapacità delle comunità internazionali ad arginare e poi estirpare questi che sono il cancro dell’umanità.

Rimane difficile da capire come contro Mugabe ed i suoi capobanda di Zanu-PF autori della violenza che ha condizionato lo spareggio elettorale la Russia abbia cambiato atteggiamento dato che solo una settimana fa al vertice del G8 in Giappone era favorevole a sanzioni finanziarie e poi la Cina , a causa dei suoi problemi interni, resiste ogni qualvolta ci sia la necessità di intervenire in aree del pianeta perché creerebbe dei precedenti di interventi negli affari interni di un Paese.

Intanto la violenza in Zimbabwe non diminuisce e sono 113 gli attivisti del Movimento di opposizione uccisi da marzo. Tra i feriti sono chiari i segni di torture subite ed i diplomatici sudafricani non hanno ottenuto alcun progresso nella mediazione tra Mugabe e gli oppositori. 

Per il settore più civilizzato del nostro globo è sempre più facile fare affari come vendere armi, sfruttare risorse in quelle aree meno evolute soprattutto, l’opinione pubblica ha ormai perso la bussola dei diritti umani ed è impaurita del rischio povertà come conseguenza della globalizzazione dei commerci e dall’insicurezza creata dall’intolleranza verso il diverso e lo straniero. Per quanto tempo ancora si riuscirà a sfruttare queste popolazioni, le loro risorse ed ad arginare, contenere i loro spostamenti? 

Carmelo Sorbera

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